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al testo di Simonetta Sambiase
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Maltempo mi entra come la gramigna un solo seme corrode ogni raccolto e tu mi dici che son malacjorta. Ma a certe cose ho l'abitudine di lapsus e bottiglie di birra bestemmie di lingue addormentate, ho il blasone del nulla sulla mia schiena. Ecco tutti mi additano, mi hai esposto e lasciato in strada, son io la perduta e tu il povero amante. Mi gravano intorno le altre donne - lo sapevo già non ho sorelle - si fan lontane mentre galleggiano nelle urla, come un tapis roulant di vergogna. Runica, come le pietre che mi lanciano sono liquida e smagrita in un fascio d'ombra per tutta la vita ho cercato di esser gregge ma il collo non si piegava all'erba. Invece mi buttavo nei fossi aprivo il ventre se il profumo mi arrossiva e avrei voluto cantare e alzare i piedi e aprire le braccia sotto le ali clavicole si storcono son infedele anche a me stessa. |
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